A 4 km da Viterbo si incontra Bagnaia, borgo medievale, famoso per la celeberrima Villa Lante, che rappresenta uno dei capolavori dell’arte rinascimentale, esaltazione e sintesi di quegli ideali di fasto e di splendore del Cinquecento.
La Villa è costituita dalle due famose palazzine gemelle Gambara e Montalto, ed è circondata dall’incantevole giardino all’italiana con le sue numerose fontane e i giochi d’acqua, che formano un insieme armonioso e suggestivo.
Un parco che si estende per diversi ettari dove trascorrere momenti di tranquillità e relax, immersi nella natura
Il Palazzo dei Priori è al centro della città di Viterbo, in Piazza del Plebiscito. La struttura è sede del Comune di Viterbo ma, all’origine, fu concepita per ospitare la residenza del Governatore Pontificio.La facciata che vediamo oggi è di tipo rinascimentale, con due ordini di finestre, quello inferiore a croce guelfa e quello superiore ad arco; al centro lo stemma di papa Sisto IV Della Rovere (1481) .Nelle quattro sale al piano nobile (sala della Madonna, sala Regia, sala del Consiglio, sala dei Paesaggi) si possono ammirare splendidi affreschi del ‘500. All’interno del porticato centrale, elegante cortiletto con fontana seicentesca e belvedere sulla valle di Faul. Di fronte, la chiesa di S. Angelo in Spata di antiche origini romaniche, ampiamente ristrutturata nel XVI-XVII sec. Sulla facciata copia del sarcofago romano, detto della “Bella Galiana”.
Al centro del loggiato -anticamente coperto- si può ammirare una fontana composta da stemmi e frammenti di diverse epoche, che attinge l’acqua dal pozzo passante al di sotto della grande volta.All’interno del palazzo si apre un vasto salone nel quale si tennero cinque conclavi tra cui quello per l’elezione di Gregorio X che durò per ben trentatre mesi. L’edificio vide nel tempo molte modifiche, tra queste le più consistenti risalgono al XVI sec. quando il cardinale De Gambara cancellò parte della facciata e della scalinata. Nel 1904 un intervento di ristrutturazione restituì al palazzo il suo aspetto originario.
Questo quartiere costituisce l’originale nucleo urbanistico medievale perfettamente conservato grazie alla continuità abitativa.
Si è affascinati dal dedalo di viuzze su cui si affacciano torri, palazzi e modeste case in pietra grigia.Le sobrie strutture sono ingentilite da bifore e da suggestivi profferli, eleganti balconi con scala esterna da cui si accede al primo piano.Nel quartiere si trova il Museo della macchina di S. Rosa, con una collezione di documenti e cimeli sull’annuale festa della santa patrona.
Costruita interamente in peperino, è la fontana “Grande”, la più antica di Viterbo, costruita nel 1206 e terminata nel 1279.
Il nome originale era fontana del “Sepale”, mentre la denominazione attuale risale al 1565. La forma della Fontana Grande, con vasca a croce greca, sovrastata da due tazze sovrapposte, costituisce il più antico esempio di una tipologia assai diffusa nell’alto Lazio. La Piazza della Fontana grande ospita il Tribunale.
La Tuscia vanta un’importante area termale riunita intorno a Viterbo, costituita da varie sorgenti di acqua sulfurea considerate tra le più abbondanti d’Italia. Il pregio risiede proprio nelle caratteristiche chimico-fisiche delle acque, adattea molteplici utilizzi in terapia termale, in particolare nella cura e prevenzione delle affezioni croniche di tutto l’apparato respiratorio e di quello osteoarticolaree anche nelle malattie della cute, dell’apparato genitale e malattie dismetaboliche. Due sono gli stabilimenti, moderni e super attrezzati: le “Terme dei Papi” con ilsuo Hotel Niccolò V e il “Pianeta Benessere”, entrambi di elevata qualità sotto tutti i punti di vista. I centri termali aperti al pubblico sono quelli del Parco del Bullicame, del Bagnaccio e le Piscine Carletti. La Sorgente Bullicame, con i suoi 58 °C di temperatura, è considerata da semprela più famosa per le qualità terapeutiche. Posta al centro dell’omonimo parco, affiora in un laghetto formato da un profondo cratere naturale ed alimenta tre vasche frequentate da bagnanti. A sinistra della sorgente una stele riporta i versi della Divina Commedia dantesca in cui è citato il Bulicame di Viterbo.
La Chiesa, eretta nel XIII secolo presenta una facciata del Cinquecento, mentre l’interno,a tre navate spartite da eleganti colonne, è ravvivato da un pavimento cosmatesco e da brani di affreschi di due secoli prima.Tra le opere più interessanti, una bella vasca battesimale del 1470, una tavola raffigurante la Madonna della Carbonara ( XII sec.) e tele di Marco Benefial. L’elegante campanile trecentesco, costruito al lato della cattedrale, caratterizzato da fasce bicrome e doppie bifore, rivela influssi toscani.